Parte 2: Fuga
Capitolo 5
Scoperti
Dopo Lo Strano Incidente della Fonte, torniamo al nostro obiettivo principale – procurarci delle provviste dalle case qui vicino. Sì, lo so. Il tempo di giocare è finito.
Diamo un’ occhiata intorno per cercare il minimo segno di attività mentre scandagliamo il perimetro del villaggio, rimanendo abbassati.
A giudicare dalla casa dentro alla quale stiamo sbirciando e da qualche altro fattore, quest’ abitazione sembra appartenere ad una coppia di vecchietti. Stanno correndo per tutta la casa, indaffarati come diavoli a fare chissà cosa.
Quando tendo le orecchie per cercare di ascoltare le loro deboli voci, sento diverse volte la parola “festival”.
Bernardo: Ci sarà un festival nel villaggio…?

Ivan: Ma oggi è qualche festa?
Non molto dopo, la coppia esce dalla porta principale.
Stanno portando una borsa enorme e si dirigono in fretta verso il centro del villaggio.
Gian: Non è l’ occasione perfetta? Potremmo servirci della porta fintanto che quelli sono fuori a divertirsi.

Luchino: Però non sembra che qui troveremo della benzina.
Giulio: Qualcuno si sta avvicinando… dall’ altro lato della strada.
Ivan: Giù! Cavolo!
I cittadini che camminano sulla strada vanno tutti nella stessa direzione. Probabilmente stanno andando verso la piazza del villaggio.
Bernardo: Sembra che la fortuna ci sorrida. Probabilmente anche le altre case saranno presto vuote. Cogliamo l’ occasione per prendere ciò di cui abbiamo bisogno.
Per risparmiare tempo, ci divideremo e ci introfuleremo nelle abitazioni sparse per il campo per fare rifornimento. Dopo di ché, ci ritroveremo, ognuno per conto suo. … O almeno, questo è il piano.
Giusto per sicurezza, Bernardo si è cambiato con gli abiti che abbiamo preso nel capanno. Potrebbe presentarsi l’ opportunità per fare una chiamata.
Luchino: Ho fame. Vooooglio del baaacoon…

Gian: E’ meglio se non rubiamo troppa roba. Prendete quel che potete, ma non troppo, in modo che i proprietari non se ne accorgano.
Al momento, ciò di cui abbiamo più bisogno è un po’ di benzina. Oh, oppure un’ altra automobile. Va bene anche quella. E poi, dei vestiti che non attirino l’ attenzione. Per tutto il resto, non vale la pena di rischiare il collo.
Ivan: Hey, Bernardo, è meglio se ti occupi come si deve di fare quella telefonata a Daivan.
Bernardo: Certo. Posso fare la telefonata senza farmi notare troppo…

Bernardo sta parlando del suo piano rischioso di andare direttamente verso il centro del paese.
Bernardo: Se qualcuno di voi vuole qualcosa, ditelo. Se possibile, sgraffignerò qualche regalino per voi.

Ivan: Carne.
Luchino: Donne!
Gian: Gelato al cioccolato.

Giulio: Allora a me piacerebbe… del gelato alla fragola…
Bernardo: Lo… terrò a mente, ma non sperateci troppo.
Per ora ci dividiamo, ognuno di noi si comporta come un ladro e sgattaiola via per la sua strada. Scegliamo il capannone vuoto che abbiamo scoperto questa mattina come luogo di ritrovo.
Mi siedo sul pavimento del capannone mentre guardo nel vuoto. Ho già mangiato qualcosa durante la mia prima incursione, quindi non ho fame.
Luchino, Giulio ed io abbiamo già finito di raccogliere le provviste e stiamo aspettando nel capannone. Siamo tutti e tre appoggiati al muro e ci riposiamo.
La maggior parte delle case sparse per il villaggio erano vuote, quindi è stato davvero un gioco da ragazzi.
Ognuno di noi ha fregato dei barattoli di confetture o degli stracci che potremmo legarci in vita per coprire le nostre strisce con facilità. Sono il tipo di cose di cui nessuno noterà la mancanza.
Sfortunatamente, l’ unica cosa che non siamo riusciti a trovare è la benzina. Siamo nelbelmezzo del nulla, quindi è poco probabile che in questo villaggio ci sia anche solo una casa con un’ auto. Di solito, un carretto trainato a cavallo è sufficiente per i bifolchi.

Luchino: Bernardo e Ivan sono proprio in ritardo.
E’ quasi il tramonto. Ci stanno mettendo un po’ troppo tempo.
Quei due non si sono nemmeno portati una lampada o una torcia. Se diventa buio, potrebbero finire per vagare in cerchio fino ad essere scoperti da qualche paesano.
Gian: Se andiamo a cercarli, potremmo mancarli… Aspettiamo un altro po’. Potrebbero essere andati verso la piazza ed essere rimasti bloccati lì perché al festival ci sono troppi occhi.
Non è nemmeno buio, ma il festival sembra già essere entrato nel vivo. A volte, riesco a sentire una vivace melodia portata dal vento.
Qualche volta sembra provenire da una radio, e qualche volta sembra una registrazione. Altre volte, una performance dal vivo.
Probabilmente gli abitanti si staranno divertendo, tutti radunati in quella loro piazza. Un po’ mi piacerebbe andare a dare una sbirciata.
Quando il sole sta per toccare la linea dell’ orizzonte… Bernardo ed Ivan ritornano insieme.
Bernardo: … Non una parola. Seguite i miei ordini e basta.
Mentre entra, Bernardo sospira. Senza dire nient’ altro, comincia a cambiarsi con la divisa della prigione che portava sotto il braccio.
Ivan rimane in piedi dietro a Bernardo, imbronciato, come se non dovesse nulla a nessuno.
Stranamente, il suo sguardo vaga per la stanza senza concentrarsi su nulla. Anche se provo ad incrociarlo, quello mi sfugge. E’ come se stesse alzando una barriera.
Sì, molto strano… Luchino e Giulio la pensano come me.
Bernardo: Capirete la situazione molto presto. Seguitemi.
Io sono preoccupato ed indico le strisce, ma Bernardo scuote la testa.
Bernardo: Siamo a posto così. In realtà, dobbiamo proprio tenerci addosso i vestiti della prigione. Ascoltate attentamente. Siamo degli artisti
Eh…?
Dopo essere usciti dal capannone, Bernardo si dirige speditamente verso il centro del villaggio.
Luchino obbedisce a Bernardo e lo segue, ma sembra che non riesca più a trattenersi dal fare una domanda e lo picchietta sulla schiena.
Luchino: Va bene adesso, però dacci almeno una piccola spiegazione. Stiamo brancolando nel buio!

Bernardo: … Ivan… è stato visto dai paesani.

Luchino: Cosa?!
Lancio un’ occhiataccia ad Ivan, che è rimasto in silenzio per tutto il tempo. Lui sposta lo sguardo imbarazzato. Stupido, stupido Ivan.
Bernardo: Non volevo che alzassero un vespaio, perciò sono uscito fuori anch’ io. In qualche modo sono riuscito a spiegare la mia versione dei fatti per crearci una copertura.

Bernardo: Noi siamo una banda di artisti, vestiti da prigionieri.

Gian: A-Artisti?!

Bernardo: E’ a posto. Lo sceriffo al momento è fuori, e dobbiamo solo guadagnare un po’ di tempo. Tutto ciò che dobbiamo fare è provare la nostra bugia facendoci vedere – come artisti.
Bernardo: Ho detto loro che avrei portato gli altri prima di andarmene. Potremmo anche scappare adesso, ma credo che se lo facessimo appariremmo solo più sospetti. Alla fine sarebbe anche più pericoloso.
Luchino: A che diavolo pensi?! Non riusciremo mai a mettere in scena questa farsa!

Gian: Già, non dovremmo…

Luchino: … filarcela immediatamente da qui?!
Luchino finisce la frase al posto mio.
Mentre discutiamo, ci avviciniamo al villaggio abbastanza da riuscire a vedere la folla di gente che si mescola nella piazza. E’ già troppo tardi per tornare indietro.
Bernardo: … Bene, andiamo.
L’ inaspettato corso degli eventi ci sembra così irreale, ma ciò non ha più importanza nel momento in cui mettiamo piede nella piazza del villaggio…
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