Parte 2: Fuga
Capitolo 5
Risarcimento (…Capitolo NSFW!! *sorrisoatrentatrèdenti*)
Se Ivan ha l’ Affetto più alto e avete già visto la scena della notte precedente, allora compare questa scena, con -5 di Fortuna. Se non avete sbloccato la scena della sera precedente con Ivan, qui c’ è la scena co il personaggio che ha l’ Affetto più alto.
Ora che arriviamo alla capanna, è già notte inoltrata.
Rimanendo sempre all’ erta, controlliamo che da quando ce ne siamo andati stamattina dentro non sia cambiato nulla e che l’ auto sia ancora al sicuro.
Non possiamo lasciare che la benzina evapori, quindi la travasiamo velocemente nel serbatoio. L’ indicatore del carburante sale. Una cosa in meno di cui preoccuparsi.
Siamo già sazi, l’ unica cosa che ci rimane da fare è dormire. La scarpinata per andare e tornare da Bowick Village ci ha stancati più di tutto il resto, quindi decidiamo di non fare dei turni di guardia rigorosi come ieri notte.
I nostri inseguitori si sono radunati a Suncreek, quindi non c’ è da preoccuparsi.
Un calcio nella schiena mi sveglia, ed il pensiero “Di nuovo?” mi attraversa la mente.
Ho dormito poco ma profondamente, quindi mi sento rinvigorito. Nessun postumo della fatica o della sbronza. Oh, però mi sa che ho un po’ di sete.
Ivan ha cominciato a mettere un po’ forza nei colpi.
Mi fa male la schiena. Mi tiro su, mentre mi lamento mentalmente su quanto tutto ciò sia una seccatura. Facendo attenzione a non svegliare gli altri, mi affretto dietro a Ivan e usciamo dalla capanna…
Gian: Cosa vuoi, Ivan?

Ivan: …Ho pensato di restituirti il favore di ieri notte.
Oh già, gli ho detto qualcosa del genere quando me ne sono andato ieri notte, giusto?
Gian: Apprezzo il pensiero, ma le tue parole sono sufficienti. … Se questo è tutto, me ne vado.
 
Quando cerco di sorpassarlo, il suo corpo mi si para davanti, bloccandomi velocemente la strada.
Sento salirmi l’ irritazione. Che diavolo vuole?
Ivan: Sbrigati. Tirati giù i pantaloni. E’ un ordine.

Gian: Tirarmi giù i… Eh? Intendi me?

Ivan: Oggi sarò io a “servire” te.
…E’ uno scherzo?
Pensando che voglia farmi un pompino, raggelo per un istante.
Gian: Non lo voglio…

Ivan: Spogliati e basta!
Avaaanti, seriamente?! Dov’ è la trappola? Non vorrà mica mordermi, vero?
Ivan si inginocchia e mi tira giù i pantaloni. F-Fa sul serio?!
Riesce a farmi scivolare i pantaloni fino alle ginocchia mentre, imbarazzato, ho ancora la guardia abbassata.
Gian: …Ah…
Guardando me e il mio coso, Ivan sbuffa irritato.
Ivan: Apri le gambe. Sei… troppo alto! Sporgi un po’ i fianchi.
Sempre rimanendo lì, Ivan mi da degli ordini mentre la sua mano si avvicina con riluttanza al mio membro. A quanto pare, non sta scherzando. Vuole farmi una sega?
Gian: Scusa tanto se ho le gambe lunghe!
Il minimo che posso fare è rispondergli sarcasticamente mentre obbedisco ai suoi ordini. E’ una posizione strana ed imbarazzante.
Ivan: Fai sempre il cretino…

Sta per afferrarlo… Proprio mentre lo penso, Ivan mi sfiora i testicoli.
Gian: Ugh…
Li solleva. Ho paura che me li schiacci.
Ivan: Heh, stai indietreggiando?
Senza toccare la mia asta, mi lascia le palle e si spinge più a fondo.
Gian: Huh … Cosa?! Hey, aspetta!
Quando me ne accorgo, è già troppo tardi.
Gian: Cosa stai- Fermo! Guh…!
Ivan mi infila un dito nel culo.
Indietreggio inconsciamente, ma il dito mi segue senza sfilarsi. La mia schiena colpisce l’ albero. Non posso andare oltre.
Ivan: Non ribellarti. Se lo fai, ti faccio male.
Mi minaccia mentre il suo dito mi penetra lentamente più a fondo. Odio questa sensazione, ma non posso farci nulla.
Riesco a sentire il momento in cui la seconda falange del dito medio di Ivan entra.
Gian: Tiralo fuo… Ahi, hey! E’ orribile…!
Alzo la voce, ma lui prova comunque ad infilarlo dentro con la forza. Il fore attrito del dito asciutto che senza pietà cerca di farsi strada mi causa dolore nella zona circostante.
Ivan: Piantala di lamentarti, è solo un dito. Ti hanno infilato cose più grandi qua dentro!
Gian: Non mi sono mai fatto scopare!
Ivan: Davvero…?
Mi sento piuttosto irritato quando Ivan lo sussurra come se fosse una cosa di cui stupirsi.
Ivan: Però, quando ti hanno buttato in prigione, le guardie hanno dovuto perquisirti qui per essere sicuri che non stessi nascondendo nulla, vero?
Gian: Vale lo stesso per te!
Ivan: N-Non farmelo ricordare!
Ivan comincia ad agitare il dito dentro di me.
Gian: Ahia … Augh…!
Sto soffrendo per il dolore e per un’ altra cosa. Col cazzo che mi viene stimolato dall’ altro lato, comincia a nascere una specie di vago piacere, diverso dal dolore che provo per essere stato graffiato dentro.
Gian: Fermati … è … strano… ah!
Ivan: Che voce strana ti è venu- Whoa! Stai anche cominciando a diventare duro! Lo senti dal culo?
Gian: E’ u-una reazione biologica…
Quando preme contro un certo punto delle mie pareti interne, l’ estasi mi pervade. Sono ancora in quella strana posizione, con i fianchi sollevati, usato come un giocattolo dal dito di Ivan.
Ivan: Qui? … Hm, quindi è questo il punto.
Controllando le mie reazioni, il dito di Ivan si muove sempre più accuratamente.
Gian: Fermati, Ivan! Ngh … guh…!
Ivan: Piantala di fare quell’ espressione erotica! Finocchio…!
Gian: Senti chi parla … agh… Basta…!
Rimanere in piedi consuma tutte le mie energie. Tra un po’ non riuscirò nemmeno a rispondergli. E’ tutto per il troppo piacere causato da un dito estraneo che mi stimola la prostata.
Non è la stessa sensazione che provo quando qualcuno mi tocca l’ uccello. Questa si diffonde nel corpo, mi pervade. Un’ altra onda di piacere mi avvolge, dai fianchi fino all’ ombelico, scendendo fino alle ginocchia.
Ivan: Lo senti? Ti so facendo un bel servizietto, quindi dovresti essermi grato, hm?
Gian: … Smettila … subito…!
Gli sto dicendo così, ma se davvero si fermasse sarebbero guai per me.
Di più… di più… voglio venire. Il peso del mio desiderio mi impedisce ormai di pensare a qualsiasi altra cosa. Non posso resistere.
I fianchi hanno cominciato a tremarmi. La mia asta si alza sempre più in alto. Voglio afferrarla, ma non posso farlo di fronte ad Ivan.
Non mi importa se mi prende in giro o che altro, voglio soltanto che mi tocchi almeno una volta. Se lo facesse, potrei venire immediatamente…
Ivan: Non ti sta toccando nessuno e tu sei già palpitante! … Vediamo quanto ti piace…!
Ivan piega il dito dentro di me. La punta continua a mirare a quel dolce punto che pulsa dentro di me piccolo come una noce.
Se spingesse con tutte le sue forze… Se lo facesse…
Ivan: Qui, vero? Vuoi che prema qui? … Dillo.
Gian: Urgh…!
Non riesco più a resistere e comincio a muovermi da solo. Solo una! Soltanto una volta è sufficiente. Ho solo bisogno che il dito di Ivan colpisca quel punto.
L’ ultima scossa che stavo aspettando mi attraversa l’ addome.
Gian: … Ngaah…!
Vengo senza avvisare Ivan e lo colgo di sorpresa.
Ivan: Uwagh! Non venire così all’ improvviso!
Il liquido bianco che all’ improvviso esce dalla mia punta, spruzza addosso ad Ivan. Tira fuori il dito che si era incastrato in profondità, lasciandomi una strana sensazione di vuoto dentro al sedere.
Gian: … Aah… Sto ancora venendo… Haah, nngh…
Il mio orgasmo continua per un periodo di tempo inaspettatamente lungo. E’ proprio vero quello che dicono di questi casi, quando ti fanno venire toccandoti là. Alla fine ti senti davvero svuotato.
Ivan: … Merda, me l’ hai schizzato tutto addosso! Cazzo!

Gian: Come se… me ne importasse qualcosa…

Ivan aspetta che il mio respiro si calmi. Sta aspettando il momento perfetto per cominciare ad insultarmi.
Ovviamente preferirei evitarlo, se possibile.
… Balzo in piedi il più velocemente possibile, e lo illumino con un sorriso innaturale e splendente mentre me lo levo di dosso.
Gian: Ma tu guarda, ne avevo un bel po’! Ragazzi, sono venuto proprio tanto! Davvero, Ivan, grazie mille per avermi offerto il tuo magico tocco curativo!

Ivan: …Cosa?
Non lascio trasparire nemmeno un po’ di fastidio dalla mia espressione e continuo allegramente a parlare.
Gian: Dicono che stimolare la prostata vada bene per la disfunzione erettile. Il piccolo Gian qui, ultimamente non era più lo stesso… Dev’ essere per lo stress.
Ovviamente, è una grande, enorme bugia. Detta per farmi comodo. Sono un attore da cinque stelle.
Gian: Ti ringrazio veramente tanto! Non posso credere che tu l’ abbia fatto solo per me! Grazie mille!
Ivan mi guarda con un’ espressione da, “Di che cazzo sta parlando?” stampata in faccia. Continuo a parlargli addosso, senza lasciargli il tempo di interrompermi.
Gian: … Oh oh oh, se dovessi avere ancora di questi problemi, chiamerò sicuramente te! Sei piuttosto bravo. Sai, comunque, anche se sono il futuro boss, spingerti così oltre solo per “servirmi” è piuttosto…

Ivan: No! Chi avrebbe mai…! Non è così! Non è questo che stavo…
Gian: Cosa? Stai dicendo che non lo farai ancora per me?
Ivan: … Come se volessi! Mai più!
Inclino leggermente la testa e metto su un piccolo broncio e, probabilmente perché non riesce più a sopportarmi, Ivan torna velocemente indietro nell’ ombra degli alberi, con una piccola corsa.
Problema evitato, evvai.
Ma la strana sensazione che sento attorno al culo non se ne va. E’ come se fosse stata aperta una porta che doveva rimanere chiusa…
Gian: Mi è piaciuto, però, merda, mi fa male il culo…
E’ questo ciò che si prova a fare quello che lo prende…?
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